Il Centro Storico di Agrigento

Dal disegno di autore Anonimo del 1584, tratta dall'Atlante Storico della Sicilia di L. Dufour, si rileva una rara immagine della città medievale, circondata da una cinta muraria e da un tessuto urbano poco differenziato. In alto spiccano i più importanti edifici quali lo Steri, la Cattedrale, il Castello, la Chiesa di Santa Maria dei Greci. 

Al centro si nota un burrone che taglia a metà il Colle, detto della Via Bac Bac. Ancora non sono visibili altri edifici che verranno costruiti successivamente alla stampa del disegno.

 

Anche se le condizioni di vita risultarono decadenti, iniziò l'espansione urbanistica all'interno della città muraria, passando dalla città antica a moderna, arricchendo l'abitato con Palazzi, Chiese e Monasteri, artisticamente influenzate da scambi culturali arabo-normanna. 

Lo stile Chiaramontano 

Nel XIV secolo si diffuse in Sicilia uno stile architettonico che prese il nome di Stile chiaramontano. Si tratta di applicazioni in pietra bianca di Comiso con modanature a zig zag, incastonate nelle ghiere merlettate di portali e bifore a sesto acuto, con il fine da rendere più suggestive e abbellire le facciate esterne ed interne di Chiese, Palazzi, Monasteri, conventi e ospedali.

 


Castello 

Dal disegno tratto dal libro di Francesco Negro e Carlo Maria Ventimiglia, Atlante di città e fortezze del Regno di Sicilia - 1640, viene raffigurato com'era il Castello di Girgenti nel 1640. Il disegno è l'unica testimonianza dell'intero Castello, prima della parziale distruzione avvenuta durante la rivolta di Girgenti nel 1715. Il Castello si trovava sulla sommità del colle, ma nei secoli successivi, il degrado e l'abbandono hanno fatto sì che fosse distrutto quasi completamente per far posto ad un serbatoio comunale (1909). 

Di esso rimane la facciata dell'ingresso, opportunamente ristrutturato; ed alcune mura perimetrali, salvate in tempo da coperture di cemento armato atte al consolidamento del serbatoio comunale. 

  

Porte 

Dal disegno tratto dal libro di Francesco Negro e Carlo Maria Ventimiglia, Atlante di città e fortezze del Regno di Sicilia - 1640, viene raffigurato com'era il Castello di Girgenti nel 1640. Il disegno è l'unica testimonianza dell'intero Castello, prima della parziale distruzione avvenuta durante la rivolta di Girgenti nel 1715. Il Castello si trovava sulla sommità del colle, ma nei secoli successivi, il degrado e l'abbandono hanno fatto sì che fosse distrutto quasi completamente per far posto ad un serbatoio comunale (1909). 

Di esso rimane la facciata dell'ingresso, opportunamente ristrutturato; ed alcune mura perimetrali, salvate in tempo da coperture di cemento armato atte al consolidamento del serbatoio comunale.

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Porta del Vescovo 

Risalente al XV secolo, si affaccia sul ciglio settentrionale delle Mura, venne chiusa nel 1755 per ampliamento del Vescovado. 

Porta Bibbirria 

Risalente al secolo XI, era chiamata Plebis Rea, collocata nella Piazza omonima, accanto alla chiesa di Sant'Onofrio. La Porta e la Chiesa furono insieme distrutte nel 1864. Un documento storico del 15 agosto 1266, depositato presso l'Archivio Storico di Palermo, ne documenta l'esistenza sin dai " tempi remoti", di indefinibile data. 

Porta della Gioiosa 

Risalente al IX secolo, costruita accanto alla chiesa Madonna degli angeli detta della Porzincuola delle Indulgenze (gioiosa), è stata demolita all'inizio del '900 perché ormai pericolante.

 

Porta Panitteri 

 

Porta di Ponte 

Risalente al IX secolo, fu la più importante porta della città, ed era costituita da un ponte levatoio. La Porta era sormontata da un arco gotico con lo stemma di Federico III d'Aragona, re di Sicilia dal 1296 al 1337. Fu completamente distrutta nel 1868 e ricostruita, senza più l'arco, nello stile neoclassico su progetto di Raffaello Politi. Dell'originaria porta esistono due disegni, uno del1823 eseguito da Leo Von Klenze e l'altro del 1829eseguito da Friedrich Maxmilian Hessemer. 

La Porta di Ponte era anche l'ingresso della via Atenea, principale arteria della città medioevale di Girgenti. 

Porta Panitteri 

Risalente al IX secolo, si trovava lungo il fossato meridionale della città. Fu distrutto a seguito della costruzione della Stazione Ferroviaria di Girgenti, ricostruita in sede poco distante nel 1930. Di essa rimane un'edicola del XVII secolo raffigurante la Madonna del Lume. 

 

Porta dei Saccajoli 

Risalente al IX secolo, detta "dei pastai", è tuttora esistente, in parte interrata. Nel XVI secolo all'interno venne collocata una edicola sacra dedicata alla Madonna del Porto Salvo e successivamente dedicata a Santa Lucia. La chiesetta soprastante fu in seguito distrutta per ragioni urbanistiche, e la Porta rimase seminterrata, ma ancora visibile. 

 

Porta di Mazara 

Risalente all'XI secolo, si trova nella parte alta occidentale della città, accanto alla Cattedrale di San Gerlando ed al Seminario dello Steri. La Porta, detta anche "del Pertugio per via del rimpicciolimento del varco, dovuto alla trasformazione dello Steri in Seminario, venne chiusa nel 1846. 

 

Porta del Borgo 

Risalente al IX secolo, era la Porta che aveva prima preso il nome di Mazara, segnava il confine della città con il quartiere del Rabato, venne demolita dal Comune nel 1873. 

 

Porta di Mare 

Risalente al XV secolo, è tuttora esistente ma interrata. 

 

Porta del Marchese 

Risalente al XIV secolo, era collocata tra le cinque torri meridionali della città medioevali, poi distrutta. 

 

Porta Balnei (Porta dei Bagni) 

Risalente al XII secolo, faceva parte di un'antica cinta muraria arabo-normanna che fu demolita qualche secolo dopo per l'allargamento della cinta muraria. Il nome Porta Bagnideriva dalla strada che conduceva a sud, attraversando la Giudecca, il lavacro sacro degli ebrei girgentini fino al 1492. 

 

Porta Cannone 

Risalente al XVI secolo, si trovava all'estremità occidentale della città, accanto alla chiesa dell'Addolorata, al confine con il quartiere Rabato. Fu demolita per ragioni urbanistiche del tempo, nel 1864. Ma di questa antica porta rimane un eccezionale documento storico in un dipinto del francese Desprez, che erroneamente scambiò il quartiere Rabato con la Rupe Atenea, dove si scorgono la Torre circolare, la Porta Cannone e la chiesa dell'addolorata. 

Fossato 

Di notevole importanza strategica-difensiva era il Fossato molto profondo creato parallelamente all'interno delle mura meridionali, in tutta la sua lunghezza, tale da rendere quasi impossibile l'accesso ai vicoli della cittadella. Dalla fine del XVII secolo questo enorme fossato, con profondità diverse, venne via via riempito per ragioni strutturali ed urbanistiche, fino al raggiungimento del livello attuale, dove ora sorge la città di Agrigento. 

Nave di Empedocle 

La Nave di Empedocle era un enorme voragine naturale che divideva l'antica Girgenti in due colline. Nella collina occidentale era arroccata la città Medioevale (Fortezza di Kokalo); nella collina orientale, meno popolata, era il promontorio della Rupe Atenea. Un disegno del 1775, tratto da "Antichità Siciliane spiegate" di G. Pancrazi, visualizza chiaramente tutta la collina di Girgenti, dove si scorgono il Castello Medioevale, il burrone e la Rupe atenea. 

Il Centro Storico di Agrigento è databile intorno al IX e il XIII secolo, sorto per necessità difensive, logistiche e commerciali, in relazione alla vicinanza del porto. Gli ultimi abitanti dell'antica Akragas, minacciati dall'invasione musulmana e per l'eccessiva vicinanza delle antiche mura troppo estese e quasi vicine al mare, si arroccarono nel colle occidentale dell'Acropoli, dove costruirono un Castello ed un recinto murario attorno alla città medioevale che poi prese il nome di Girgenti, creando, quindi, una vera e propria fortezza. 


 

 

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